Pizza patrimonio UNESCO

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Quando la pizza napoletana è stata inserita nel patrimonio immateriale dell’UNESCO? Il 7 dicembre 2017, l’abilità del pizzaiolo napoletano è stata ufficialmente inserita nella lista Unesco del patrimonio immateriale dell’umanità.

Vero e proprio tesoro della gastronomia italiana, il know-how del pizzaiolo napoletano è stato iscritto nella lista Unesco del Patrimonio Immateriale dell’Umanità quattro anni fa, quasi alla data odierna, il 7 dicembre 2017. Riconosciuta a livello mondiale, questa pratica culinaria viene tramandata di generazione in generazione nell’Italia meridionale e la pizza napoletana è oggi uno dei prodotti più venduti e consumati in tutto il mondo.

Per l’occasione, Google ha deciso di onorare questo piatto popolare con il suo doodle interattivo del giorno, lunedì 6 dicembre. Sotto forma di gioco, il famoso motore di ricerca presenta ai suoi utenti alcuni dei condimenti per pizza più popolari al mondo, che devono essere tagliati in un numero specifico di fette. Più difficile è l’ordine, più stelle si vincono.

Quando e perché la pizza napoletana è diventata patrimonio dell’UNESCO.

La pizza napoletana è stata riconosciuta dall’UNESCO un capolavoro culinario tale da essere inserita nel 2017 nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità. E’ stata così valorizzata come valore culturale degno di tutela e di un Disciplinare Internazionale che ne certifichi l’origine e l’unicità. Nell’anno 2010, la commissione Europea il 5 Febbraio, ha varato un regolamento il quale disciplina la produzione della pizza napoletana nel mondo, dichiarandola ufficialmente STG, marchio di origine che sta per Specialità Tradizionale Garantita.

Ma come siamo arrivati a una tale incoronazione?

Beh, basta ripercorrere la storia della pizza napoletana per accorgerci di come quest’arte tradizionale tramandata di generazione in generazione per secoli abbia visto nel nostro Paese, e in particolare nella città partenopea, la sua origine come espressione di valori culturali, sociali e artistici unici e inimitabili, che non possono trovare eguali altrove.

Questo cibo semplice e apprezzato dai popoli di tutto il mondo, composto da ingredienti genuini e nutrienti, nel corso dei secoli ha sfamato intere generazioni di persone prive di mezzi, diventando allo stesso tempo collante sociale e manifestazione di un sentimento di comunità.

Nel frattempo si specializzava sviluppando caratteristiche sempre più peculiari che ne definivano l’identità.

L’arte del pizzaiolo richiede profonda abilità ed esperienza che possono essere acquisite soltanto attraverso un  attento apprendimento che segue delle precise regole tramandate di padre in figlio. Il maestro cuoco della vera pizza napoletana esprime un’arte secolare che può essere solo imitata, mai eguagliata.

La pizza napoletana è un’eccellenza gastronomica che esprime la vera cucina mediterranea, ne incarna i valori e le qualità, e rappresenta l’Italia in tutto il mondo. Grazie al riconoscimento dell’UNESCO ora quest’arte potrà essere insegnata e acquisita solamente a Napoli, seguendo delle codificate norme di preparazione e cottura. In questo modo la pizza sarà sempre percepita come prodotto unico italiano. Questo garantisce rispetto assoluto della tradizione culinaria napoletana e di un’espressione tutta speciale della creatività italiana.

Già nel 2010 la Commissione Europea aveva varato un Disciplinare Internazionale della pizza napoletana che ne definisse ogni fase del processo di creazione, dall’impasto alla cottura, e che ne regolasse la produzione nel mondo, riconoscendole un marchio di origine che la identifica come Specialità Tradizionale Garantita. Erano i primi passi verso il riconoscimento della pizza napoletana come prodotto unico e inimitabile.

L’UNESCO ha così riconosciuto il rispetto per un prodotto italiano che esprime senso di identità nazionale ed è allo stesso tempo espressione delle nostre tradizioni e del nostro bagaglio artistico e culturale.

La tutela della vera ricetta della pizza napoletana.

UNESCO: Representative List of the Intangible Cultural Heritage of Humanity – 2017 URL: https://ich.unesco.org/en/RL/00722 Description: The art of the Neapolitan ‘Pizzaiuolo’ is a culinary practice consisting of four different phases relating to the preparation of the dough and its baking in a wood-fired oven. The practice originates in Naples, where around 3,000 Pizzaiuoli now live and perform, and plays a key role in fostering social gatherings and intergenerational exchange. Knowledge and skills related to the element are primarily transmitted in the ‘bottega’ of the Pizzaiuolo, where young apprentices can observe their master at work. Country(ies): Italy © Associazione Pizzaiuoli Napoletani, 2011 Duration: 00:09:25 – Support: Electronic transmission (0072200042)

Il riconoscimento da parte dell’UNESCO della pizza come Patrimonio dei Beni Immateriali dell’Umanità (Patrimonio Immateriale) è di fondamentale importanza non solo perché riconosce la pizza napoletana come prodotto unico italiano, ma anche perché la tutela nei confronti di imitazioni e ne assicura l’originalità e la sopravvivenza.

La principale minaccia alla pizza è infatti quella della contraffazione. Questo piatto unico e speciale è diffuso e apprezzato in tutto il mondo, in modo particolare in Canada e in America dove il rischio della pirateria è sempre alle porte.

In America la pizza è diventata a tal punto parte delle abitudini alimentari nazionali che gli americani ci hanno addirittura superato nel consumo, diventando i più grandi mangiatori di pizza al mondo. La conseguenza più immediata di questa situazione è la commercializzazione di una “pseudo pizza” a base di ingredienti non originali e di scarsa qualità, come pomodori cinesi e olio extra – vergine di oliva proveniente dal Nord Africa o dal Medio Oriente, alla base di quella che viene spacciata come vera pizza.

In America è addirittura nata una rivendicazione che vuole la pizza come prodotto di origine americana e piatto tipico nazionale: una vera e propria appropriazione indebita di identità.

Dal 2010, grazie al riconoscimento del Comitato UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, la ricetta e il processo di produzione della pizza sono codificate e inimitabili.

Come possiamo leggere nella decisione finale presa a Jeju, nella Corea del Nord, il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacità di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere, è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaioli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e forno fungono da “palcoscenico” durante il processo di produzione della pizza. Ciò si verifica in un’atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si è profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità. Per molti giovani praticanti diventare Pizzaiuolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale.”

In queste righe possiamo leggere il riconoscimento dell’arte della pizza come espressione culturale italiana che la eleva a prodotto inimitabile ed esclusivo appartenente al patrimonio storico e tradizionale della città di Napoli. Amore e dedizione nel lavorare elementi semplici ma fondamentali come l’acqua e la farina hanno trasformato l’arte dell’impasto e della manualità dei maestri pizzaioli in senso di appartenenza e di comunità.

A che cosa serve il riconoscimento della pizza napoletana come specialità tradizionale garantita.

Tutelando la pizza napoletana da contraffazioni, la valorizzazione della pizza come STG da parte dell’UNESCO comporta notevoli vantaggi economici e di immagine per il nostro Paese.

Ogni giorno in Italia vengono sfornate e consumate milioni di pizze e più di 5 miliardi ne vengono acquistate e mangiate in tutto il mondo. Questo significa che la lotta alla falsificazione di questo prodotto alimentare di eccellenza che è la vera pizza napoletana protegge migliaia di posti di lavoro in tutta Italia che sono messi costantemente a rischio dal cosiddetto “italian sounding”, cioè dalla produzione e commercializzazione di prodotti contraffatti che in realtà non sono Made in Italy, ma imitazioni a base di ingredienti di scarsa qualità.

Cosa non meno importante, grazie alla decisione dell’UNESCO viene tutelata la salute del consumatore, che in questo modo, seduto in compagnia a gustare un’ottima pizza napoletana, ha la certezza di consumare un prodotto di qualità di origine certa.

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